Con sentenza n. 16136 del 29 aprile 2025, la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha affermato che ai fini della configurabilità dello stato di soggezione rilevante per l’integrazione del reato di riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù, non è necessaria la totale privazione della libertà personale, ma soltanto una significativa compromissione della sua capacità di autodeterminazione.