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Condizione necessaria a qualificare un rapporto di lavoro come subordinato

La Corte di Cassazione, ordinanza n. 23816 del 2 settembre 2021, ha (ri)statuito che l’elemento della subordinazione è il solo a rappresentare criterio discretivo nell’accertamento della natura subordinata del rapporto di lavoro.

Nel caso in esame, una lavoratrice adiva il Tribunale per ottenere la declaratoria della sussistenza del rapporto di lavoro subordinato e la condanna al pagamento delle differenze retributive. La domanda veniva rigettata dai Giudici di merito, tanto in primo quanto in secondo grado. Infatti, la Corte d’Appello aveva rilevato che la dipendente aveva svolto, per i periodi oggetto di contestazione, le funzioni di preposto, senza alcun vincolo di subordinazione e con libertà organizzativa. La lavoratrice ricorreva quindi in Cassazione, lamentando che durante il giudizio di merito non si fosse tenuta in considerazione la circostanza che la ricorrente doveva rispondere del proprio operato all’amministratore della società, sintomo chiaro, a suo parere, della presenza di un rapporto di subordinazione, seppure di natura attenuata in presenza delle funzioni direttive da lei svolte. La Corte di Cassazione, confermando un orientamento giurisprudenziale già consolidato, afferma che elemento essenziale del rapporto di lavoro subordinato è la presenza della subordinazione, da intendersi come soggezione del lavoratore al potere direttivo del datore di lavoro non solo con riguardo all’effettivo risultato raggiunto, ma anche con riferimento alle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa. Inoltre, prosegue la Corte, all’elemento essenziale della subordinazione si aggiungono anche altri elementi, che se presenti possono essere valutati ai fini della qualificazione della natura del rapporto di lavoro, quali:  la collaborazione, l’osservanza di un orario, la continuità della prestazione lavorativa, l’inserimento della prestazione medesima nell’organizzazione aziendale ed il coordinamento con l’attività imprenditoriale, l’assenza di rischio per il lavoratore e la forma della retribuzione, ma si tratta di elementi con carattere sussidiario. La loro presenza, infatti, non può surrogare il requisito indispensabile della subordinazione, ma può solo fornire indizi della subordinazione in tutti i casi in cui, a causa delle mansioni svolte dal lavoratore, non sia agevole definire la natura del rapporto di lavoro.

Per le ragioni esposte, confermando il decisum della Corte d’Appello, la Suprema Corte rigetta il ricorso della lavoratrice.